Giancarlo Franco Tramontin

A partire dagli anni Cinquanta le sue opere vengono esposte in importanti mostre personali e collettive, in Italia e all’estero, ottenendo premi e riconoscimenti alle più prestigiose rassegne nazionali e internazionali. Durante gli anni di studentato presso l’Accademia di Belle Arti, conosce Ester Parata, che sarebbe divenuta la compagna di una vita e musa ispiratrice delle sue opere.

Di formazione chimica ma con un vivace interesse per l’archeologia, Ester contribuì alla ricerca perseguita dall’artista sulla resa dei materiali, in particolare durante le prime esperienze artistiche, quando Tramontin amava sperimentare svariate soluzioni su differenti supporti. Tema assoluto nelle opere di Giancarlo Franco Tramontin è la presenza del corpo umano. Un corpo che viene costantemente reinterpretato e stilizzato attraverso l’utilizzo di materiali, che vanno dal marmo di Carrara al legno, fino a giungere al bronzo lucido o brunito.

L’opera e i materiali impiegati creano un collegamento con lo spazio circostante che placa la staticità della creazione, per formare un sinuoso effetto di movimento. Tramontin, ossessionato dal corpo, in particolare quello femminile, persegue un proprio astrattismo denso di finissima sensibilità per le superfici che riflettono in divenire la luce.

Nel 1956 vince una borsa di studio del Ministero della Pubblica Istruzione che lo conduce in Grecia, luogo significativo per la sua crescita artistica. Le sculture di Tramontin evocano sinuosi corpi femminili che, accarezzati dolcemente, si flettono avvolgendo lo spazio circostante. Nell’artista è presente l’estenuante ricerca delle linee pure del corpo femminile, un modello che ripercorre e indaga all’infinito fino alla sublimazione della materia. Il risultato che ne deriva, parla di sintetizzazione artistica e intellettuale. I corpi delle figure acefale, si contraggono e si assottigliano in forme pulite, essenziali.

L’irrefrenabile ricerca lo portò ad avvicinarsi ad artisti ed intellettuali tra i quali spiccano le figure di Sergio Bettini e Dino Formaggio, Alberto Viani e Arturo Martini. Dal confronto con i suoi maestri, Tramontin offre una visione positiva della sua opera, lontana dalla fugace estetica della moda, con l’utilizzo di un linguaggio destinato a perdurare nel tempo, sempre attuale e aggiornato.