Andrés David Carrara

Affascinato dal rigore e dalla strategia che questo gioco evoca, l’artista è consapevole che la pittura non può essere racchiusa all’interno di uno schema di rigore e logica, al contrario i quadri prodotti si muovono in un clima di irrazionalità romantica. Se negli anni Novanta le pedine raffigurate erano quelle sopravvissute, successivamente l’artista si sofferma sui pezzi caduti. Sono distesi, ammassati, sono coloro che hanno perso la loro funzione, la loro identità. Le pedine, avvolte da una luce calda, vengono trasfigurate in figure umane sospese in una dimensione atemporale.

Carrera passa da una visione oggettiva a una fatalista, all’attenzione per i fallimenti, per gli sconfitti, per coloro che rimangono esclusi dal gioco, in una visione tragica della sorte.

L’attenzione di Carrara si sofferma anche sugli oggetti quotidiani di ambientazione domestica: utensili, piatti, vasi e teiere. Le fonti luminose, provenienti dall’esterno, non definiscono nei particolari le figure. Spesso il punto di vista è così ravvicinato da distorcerne le dimensioni. Gli oggetti diventano imponenti, frammenti di una composizione non più decifrabile perché strasfigurata.

Nelle pitture che rivelano l’esterno, invece, i particolari sono resi con minuziosa attenzione. Gli edifici, raffigurati nei loro minimi dettagli, appaiono visioni irreali. Così Venezia – la città del sogno, del tempo sospeso, del mito, dell’assoluto – diviene la collocazione più idonea, con i suoi dettagli che lentamente si dissolvono.

Nato a La Plata, Carrera si trasferisce in Italia con la famiglia durante gli anni della dittatura militare. Dopo il diploma al liceo Artistico Statale di Padova, compie un viaggio nella tradizione romantica dei paesi nordici dove viene a contatto con la pittura di Emil Nolde e di Rembradt. In seguito frequenta i corsi di scenografia, a Venezia, dove approfondisce la pittura tradizionale veneta.

Conseguito il diploma in scenografia, frequenta il corso in filosofia del linguaggio all’Università Ca’ Foscari ed è in questi anni che trae ispirazione dalla realtà quotidiana che esprime in cicli. Nascono le prime Nature morte e successivamente gli Oggetti. L’attenzione di Carrara si sposterà nella serie di Architetture e Palazzi, trasformati in ritmi di edifici e silenzi, fino ai Mangiati, le pedine cadute degli scacchi, in una visione drammatica del destino carico di potere evocativo e metaforico.