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Arman

Arman Pierre Fernandez, noto come Arman, nasce a Nizza nel 1928. Assieme a Klein, Tinguely, Raysse, Villeglé e sotto l’egida del critico Pierre Restany, firma il manifesto fondando la nuova corrente del Noveau Réalisme, dove si afferma come uno dei maggiori esponenti. Nella sua carriera artistica utilizza molteplici tecniche, e lui stesso ama definirsi “un peintre que fait de la sculpture”. Figlio di un nobile spagnolo appassionato di antichità, che lo introduce alla pittura a olio e al collezionismo,inizia a dipingere ma già nel ’52 abbandona l’utilizzo del cavalletto per una nuova ricerca.

È nella seconda metà degli anni ’50, con la conoscenza di Klein e Pascal, che abbraccia l’astrattismo e lavora alla replica ossessiva di timbri, passando dopo alle tracce in Allures. La carriera di Arman cambia rotta nel ‘60. Sulla scia della poetica del Noveau Réalisme, si appropria di oggetti urbani, usandoli come materiale artistico: li prende, spezza quando non distrugge, ricolora e assembla in sculture dal tono drammatico. Il suo lavoro artistico si afferma nel segno dell’accumulazione.

È nella seconda metà degli anni ’50, con la conoscenza di Klein e Pascal, che abbraccia l’astrattismo e lavora alla replica ossessiva di timbri, passando dopo alle tracce in Allures. La carriera di Arman cambia rotta nel ‘60. Sulla scia della poetica del Noveau Réalisme, si appropria di oggetti urbani, usandoli come materiale artistico: li prende, spezza quando non distrugge, ricolora e assembla in sculture dal tono drammatico. Il suo lavoro artistico si afferma nel segno dell’accumulazione.

Gli oggetti d’uso che la società industriale utilizza quotidianamente ma reputa marginali e insignificanti, nelle sue opere risplendono in una seconda vita, illuminati dalla maestria dell’artista. I primi anni Sessanta sono attraversati da Arman, all’insegna delle Accumulazioni e dall’alterazione della materia utilizzata per le sue opere. Per tutto il decennio continua la ricerca realizzando Coupes (oggetti tagliati, segati e riassemblati); i Colères, oggetti distrutti o danneggiati; le Combustions, dove sottopone oggetti come pianoforti, violini o poltrone alla combustione e Inclusioni: accumulo di oggetti immersi in poliestere trasparente o vetro resina. 

Verso la fine del decennio, inizia una prolifica collaborazione di art industrie con la casa automobilistica Renault. Le sue accumulazioni interessano oggetti come motori, parafanghi, e parti delle auto. L’art industrie, viene ripresa nel 1999, anche per la Ferrari, nel centenario della fondazione della casa automobilistica.

Arman, nel corso degli anni Settanta, inizia a dedicarsi ad accumulazioni in calcestruzzo per esterni, pratica che allarga anche a complessi monumentali per i due decenni successivi.

Una delle ossessioni dell’artista, in tutta la sua lunga carriera, riguarda la manipolazione di strumenti musicali (violini, pianoforti, chitarre, trombe), sia in sculture che dipinti, tanto da farne uno dei tratti distintivi principali.


Arman si conferma per cinquant’anni, come uno degli artisti più incisivi del Novecento. La sua critica alla società consumistica si attua, portando agli estremi, gli strumenti stessi del consumismo: l’accumulazione degli oggetti, la distruzione degli stessi.

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Dipinti

Untitled, 2003
Chitarra gialla rotta e acrilico su tela 100×100 cm
Untitled, 2003
Chitarra arancione rotta e acrilico su tela 100×100 cm
Untitled, 2003
Chitarra blu rotta e acrilico su tela 100×100 cm
Untitled, 2003
Chitarra marrone rotta e acrilico su tela 100×100 cm
Untitled, 2001
Violino rotto e acrilico su tela 80×60 cm
Untitled, 2001
Ukulele spezzate e acrilico su tela 40×30 cm
Untitled, 2003
Chitarra rotta, tubi colorati e acrilico su tela 100×100 cm
Untitled, 2004
Viola spezzata, pennelli e acrilico su tela 120×90 cm
Untitled, 2003
Chitarra spezzata, pennelli e acrilico su tela 120×90 cm

Sculture

Bien Vetus II, 2004
Scultura in bronzo 156 x 62 x 30,5 cm. Ed. 30 + XX + 2 A.P.
Autodistruzione, 1995
Scultura in bronzo e seghe a mano per taglio Ed. 8 + IV
Tavolino con chitarre, 2003
Scultura in bronzo 50 x 134 x 94 cm. Ed. 20 + X + A.P.
Accumulo rotto, 1989
Frammenti di porcellana cinese in resina 90x70x8 cm. Publ. "Arman – Broken Accumulations" Galleri Tornvall 1989
Accumulo rotto, 1989 (retro)
Frammenti di porcellana cinese in resina 90x70x8 cm. Publ. "Arman – Broken Accumulations" Galleri Tornvall 1989
Accumulo di teiere
Scultura in bronzo Ed. 8 + IV

Multipli

Fauno, 2005
Scultura in bronzo, 36x63x40 cm. Ed. 50 + X
Violino Europa
Inclusione con violino in bronzo, 73 x 7 x 46,5 cm Ed. 100 + XXX + 10 AP
Accumulazione del telefono, 2000
Scultura Volume, Inclusione, 57 cm x 33 cm Ed. 100 + XXX + 10 AP
Accumulazione di bambole, 2001
Scultura Volume, Scultura, 42 cm x 35 cm Ed. 100 + XXX + 10 AP
Violon cubiste III, 2001
Scultura Volume, Bronzo, 72 cm x 21 cm x 17 cm Ed. 100 + XXX + 10 AP
Violino calcine, 2003
Scultura Volume, Inclusione, 77 cm x 30 cm x 23 cm Ed. 100 + XXX + 10 AP
Tea for Two, 1985
Bronzo e legno su base di granito cm. 33x33x16 Ed. 100 + AP
Violon Brulée, 2004
Scultura Volume, Bronzo, 60 cm x 23 cm x 13 cm Ed. 100 + XXX + 10 AP
Accumulo di tubi di vernice, 2003
Scultura Volume, Inclusione, 52,2 cm x 35,5 cm x 6,5 cm Ed. 100 + XXX + 10 AP
Brulee Violin II, 2004
Scultura Volume, Bronzo, 66 cm x 22 cm x 17 cm Ed. 100 + XXX + 10 AP
Reformula One, 2003
Macchinine in resina cm. 29.5x49x12 Ed. 100 + XXX + 10 AP
Violino donna, 2003
Scultura Volume, Bronzo, 55 cm x 22,5 cm x 12 cm. Ed. 100 + XXX + 10 AP

Pubblicato in: Esposti, Moderni

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