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Home › Fotografia › Christopher Broadbent

Christopher Broadbent

Christopher Broadbent nasce a Londra nel 1936. Soggetti della sua fotografia sono le nature morte, trattate in maniera meticolosa, per una resa di un’immagine sospesa nel tempo. Sono immagini poetiche, silenti, che indagano l’intimo e la sospensione temporale, così come sospeso è lo sguardo dell’artista che cattura il momento dell’attesa. In Broadbent i confini tra immagine e fotografia si compenetrano per spingersi all’estremo del realismo analitico.

Dopo gli studi in fotografia e cinematografia all’Institut Des Hautes Etudes Cinématographiques di Parigi, dal 1958 lavora nel mondo del cinema, per approdare alla fotografia solo dieci anni più tardi. Conosciuto a livello mondiale per le fotografie pubblicitarie e gli spot televisivi, molti dei quali divenuti icone, Broadbent si orienta verso una dimensione più intima della fotografia. Dopo essersi confrontato con il mondo della comunicazione, negli anni Duemila il nuovo linguaggio dell’artista diviene lo still life.

Dopo gli studi in fotografia e cinematografia all’Institut Des Hautes Etudes Cinématographiques di Parigi, dal 1958 lavora nel mondo del cinema, per approdare alla fotografia solo dieci anni più tardi. Conosciuto a livello mondiale per le fotografie pubblicitarie e gli spot televisivi, molti dei quali divenuti icone, Broadbent si orienta verso una dimensione più intima della fotografia. Dopo essersi confrontato con il mondo della comunicazione, negli anni Duemila il nuovo linguaggio dell’artista diviene lo still life.

Fiori, frutti, recipienti e utensili provenienti dal mondo della cucina, oggetti di uso quotidiano si trasformano in nature morte, attraverso un utilizzo che attinge ai generi classici e diviene evocativo. Illustratore fotografico, per definizione dello stesso artista, Broadbent si ispira alla pittura olandese per la resa dei fiori, mentre gli oggetti metallici richiamano le nature morte metafisiche. I suoi maestri sono gli artisti del Seicento e del Settecento da cui deriva la maniera di trattare la luce, e la resa del chiaro-scuro.

L’ordine apparentemente casuale degli elementi viene meticolosamente studiato dall’artista, che compone la scena sfruttando la penombra di una stanza e la direzionalità della luce proveniente da una finestra.  L’effetto del chiaro-scuro suggerisce la terza dimensione della profondità che richiama piani prospettici orizzontali e linguaggi simbolici sedimentati nel tempo. Broadbent si fa artigiano nell’adoperare la camera oscura, il banco ottico e tempi lunghissimi di esposizione.

Compito del fotografo non è più solo catturare il momento, l’istante, ma anche quello di inventare l’immagine che diverrà il soggetto stesso dello scatto. La composizione trova spazio al centro della fotografia mentre i bordi rimangono liberi per “dare spazio alla forma” come afferma Broadbent. L’immagine appare essenziale, sospesa nel tempo, in attesa di un evento o di una conclusione.

Solo nel 2013 ha tenuto la sua prima mostra personale.

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Fotografie

Memento, 2011
n.3/4 55×38 cm
Eggcup & Jung, 2015
n.1/3 78×55 cm
Scullery VII, 2013
n. 4/5 78×55 cm
Scullery XXX, 2017
n.2/3 70×50 cm
Fiori XXXV, 2015
n.1/3 77×55 cm
Steel Blocks, 2014
n.2/4 77×54 cm
Memento III, 2010
n.3/4 56×39 cm
Memento V, 2011
n.2/4 55×38 cm
Hyacinthus, 2012
n.1/3 76×54 cm
Spikes Anvil & Cloth, 2017
n. 2/4 77×54 cm
Scullery V, 2010
n.2/4 55×38 cm
False Flowers, 2017
n.2/3 88×59 cm
Blue Vase, 2017
n.1/3 56×39 cm
Bowl of Flowers, 2016
n.3/3 80×48 cm
Symphoricarpos, 2017
n.2/5 84×60 cm
Alstomeria, 2017
n.1/5 56×39 cm
False Flowers on Iron, 2017
n.1/3 80×56 cm
Leftovers aka Still-life Props, 2016
n.1/5 56×40 cm
Flowers IV, 2013
n. 3/5 78×53 cm
Scullery II, 2012
n.1/4 55×38 cm
Flowers I, 2012
n.2/4 39×56 cm
Lemon, Rag & Bowl, 2017
n.3/3 78×51 cm

Pubblicato in: Esposti, Fotografia

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