Francesco Stefanini

Ossessionato dagli elementi di cui si circonda, Stefanini viene suggestionato dal bosco, dai suoi colori, dalle immagini che si susseguono e sovrappongono. Le opere parlano dell’energia vitale che la natura sprigiona e si fanno cariche di luce – elemento intensamente indagato dall’artista . L’interesse non è tanto quello di una rappresentazione fedele della realtà ma l’indagine del limite entro cui il soggetto si trasfigura, pur mantenendo la sua tracciabilità. Sono paesaggi meditati e pensati.

Nel 1971 si trasferisce a Treviso dove inizia ad insegnare materie artistiche nella scuola statale. E’ qui che inizia ad affinare il pensiero e la tecnica verso una propria autonomia artistica. La prima esposizione risale al 1975 a cui seguono le successive in Italia e all’estero. Nel 1979 riceve un premio acquisito in occasione della 64a mostra dell’opera Bevilacqua La Masa di Venezia, mentre alla 66a edizione vince il primo premio, con una borsa di studio da parte del Comune e l’invito ad esporre le proprie opere in una mostra personale al Museo d’Arte Moderna di Pesaro.

L’essenzialità delle forme e l’incorporea consistenza della materia, attirano l’attenzione del curatore del Museo d’Arte moderna di Shirakawa, che nel 1997 lo invita in Giappone per realizzare un grande dipinto. Negli anni Duemila si intensificano gli scambi con l’Oriente che porteranno l’artista ad esporre a Tokio, Osaka, Kioto e Yokayama.

Tanti sono i viaggi che hanno contribuito alla sua formazione a partire dagli anni Novanta: Tokio, Zagabria, Salisburgo, Praga, Vienna, Budapest, Mannheim, New York, Pechino, Brisbane, Sarajevo, Buenos Aires, Perth. 

L’interesse di Stefanini si allarga anche al teatro e al cinema, tanto che molti dei suoi lavori vennero utilizzati dal regista Giuseppe Bertolucci per le scenografie degli interni nei suoi film.

Nella sua carriera artistica ottiene riconoscimenti ed espone in importanti gallerie in Italia e all’estero.