Luigi Gardenal nasce a Mestre nel 1950, città dove tuttora risiede. In quarant’anni di carriera si è dedicato a molteplici attività tra cui la pittura, l’incisione, la grafica, il design urbano. Ha inoltre progettato istallazioni ambientali e performance multimediali. Si occupa inoltre della realizzazione di eventi artistici che pongono in relazione diversi ambiti disciplinari con linguaggi differenti. In ogni opera il vero protagonista è il colore che l’artista adatta abilmente al collage, alle incisioni su tela e pvc, alle garze, alle lastre metalliche e alle carte dalle provenienze esotiche. Il colore viene utilizzato come medium per attraversare la storia e compiere un viaggio attraverso le sedimentazioni della civiltà umana.

Tra le varie tematiche affrontate, quella dei viaggi accompagna molte opere. Spesso sono viaggi strettamente vicini quelli compiuti dall’artista, dove indaga e rappresenta visioni di architetture monumentali, spazi inverosimili , la laguna o Porto Marghera. Altre volte i luoghi narrati sono paesaggi impervi come il Khyber Pass, il passo di montagna che collega il Pakistan con l’Afghanistan, attraversato più volte dall’artista, in qualità di disegnatore archeologico e ricercatore di tracce e forme.
Tra le varie tematiche affrontate, quella dei viaggi accompagna molte opere. Spesso sono viaggi strettamente vicini quelli compiuti dall’artista, dove indaga e rappresenta visioni di architetture monumentali, spazi inverosimili , la laguna o Porto Marghera. Altre volte i luoghi narrati sono paesaggi impervi come il Khyber Pass, il passo di montagna che collega il Pakistan con l’Afghanistan, attraversato più volte dall’artista, in qualità di disegnatore archeologico e ricercatore di tracce e forme. Luogo mitico, parte dell’antica via della Seta e punto di rilevata importanza strategico-militare, oggi divenuto protagonista di un crocevia bellico. Gardenal riporta sulla tela le proprie tensioni interiori verso un Oriente segnato dai conflitti.
L’opera dell’artista si afferma anche nel contesto pubblico con l’istallazione mobile Il quaderno di Zaher nel Bosco di Mestre. L’opera è dedicata a Zaher Rezai, un ragazzo che fuggì dalla guerra in Afghanistan e, una volta giunto in Italia, morì in via Orlanda a Mestre. L’installazione-scultura raccoglie le parole e le immagini ritrovate all’interno del diario ritrovato nello zainetto che accompagnava Zaher.
Testimonianza di public art è la realizzazione di Piazza Candiani, in collaborazione con lo studio di architettura Workshop. Opera di maestose dimensioni realizzata con la tecnica del pixel-mosiaco utilizzando smalti vetrosi veneziani e marmi provenienti da tutto il mondo.
Luigi Gardenal si avvicina alla carriera artistica fin da giovanissimo, apprendendo gli strumenti del mestiere da Virgilio Guidi e Giuseppe Marchiori. La sua formazione avviene a stretto contatto con i maestri della pittura moderna veneziana, da Guidi a Vedova, da Deluigi a Santomaso.
Gli sono state dedicate importanti mostre personali ed ha partecipato a diverse collettive in Italia e all’estero, tra le quali le esposizioni a Milano (Galleria San Fedele, Galleria Gian Ferrari), New York (Museum of Modern Art,The Artist and The Book in Twentieth Century Italye Peggy Guggenheim Collection Venezia, Stoccolma (Italienske Kulturinstitutet), Parigi (Maison des Beaux Arts), Vienna (Museo Albertina), San Pietroburgo (Ermitage), Montpellier (Galerie d’Art Contemporain), Firenze (Palazzo Strozzi), Venezia (Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale D’Arte Moderna).