Marco Bernardi

Appassionato di fantascienza tratta il tema delle macchine da un punto di vista antropico. Nel processo di regressione, esse assumono uno stato umano, divenendo emozionanti e in qualche modo emozionate. Bernardi smonta gli oggetti, ne svela il meccanismo, l’intimo funzionamento, in un processo di decostruzione della materia stessa al fine di svelarne i segreti.

La definizione dell’opera avviene nel mentre, durante la creazione, nel momento in cui il fare e l’idea confluiscono insieme determinando il risultato finale. Dall’interesse per un meccanismo, Bernardi passa al suo scomponimento, liberando le macchine dalla schiavitù di un funzionamento razionale e opprimente. Una libertà che porta ad assumere una nuova funzione, metafora della liberazione post-moderna dell’uomo portatrice anch’essa di un asservimento.

Il tema della vanagloria percorre l’intera opera di Bernardi, in una visione disincantata del mondo. Una prospettiva che vede il tramonto dell’uomo-macchina, sostituito dalla macchina-umana, il tutto percorso da un velo di leggerezza che non prende troppo sul serio l’uomo e nemmeno il mondo.

L’attenzione per l’oggetto caratterizza le creazioni di Bernardi, come la serie dal titolo Italietta prêt-à-porter, presentata per la Biennale del 2011, presso la Bugno Art Gallery. Bernardi realizza una serie di Italie, utilizzando dei materassi dai motivi floreali, a righe, a tinte unite. L’opera svela l’immagine di un’Italia che pretende comodità, dove ciò che conta è indossare sempre il proprio abito migliore per salvare ad ogni costo le apparenze. “Un Paese vecchio come la tela che lo riveste, molle nella volontà e nell’azione, come la gommapiuma che lo costituisce, comodo e scomodo come un materasso buttato a terra”. Un’Italia che cambia sempre la sua veste rischiando di perdere la sua identità.

Marco Bernardi si diploma a Venezia all’Accademia di Belle Arti. Vive e lavora tra Roma e Venezia. Ha esposto a Roma, Torino, Venezia, Londra, Parigi, Argentina, Slovenia, Repubblica Slovacca, Russia.