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Mario Deluigi

Mario Deluigi nasce a Treviso nel 1901. La produzione dell’artista si contraddistingue per l’utilizzo del grattage, tecnica che prevede la creazione di segni in negativo, incisi sugli strati superficiali del dipinto, caratterizzato da una superficie grumosa e materica. Colore e luce sono i fondamenti della ricerca dell’artista e le opere di grattage, concepite e realizzate in sintonia con la corrente spazialista a cui l’artista aderì, costituiscono il fulcro della sua opera.

Si tratta in prevalenza di monocolori, presentati come grovigli di graffi sulla pittura secca. Le diverse scale di addensamento dei segni, generano variazioni di luminosità. La tecnica utilizzata dall’artista era del tutto originale e personale. Deluigi compì un’indagine sull’equilibrio spaziale dato dall’infittirsi e dal rarefarsi dei segni, dal quale scaturiscono le variazioni della luce. Questa tecnica di grattage, ben definita alla Biennale di Venezia del 1954 nell’opera intitolata Motivi sui Vuoti, caratterizza tutta la successiva produzione.

Si tratta in prevalenza di monocolori, presentati come grovigli di graffi sulla pittura secca. Le diverse scale di addensamento dei segni, generano variazioni di luminosità. La tecnica utilizzata dall’artista era del tutto originale e personale. Deluigi compì un’indagine sull’equilibrio spaziale dato dall’infittirsi e dal rarefarsi dei segni, dal quale scaturiscono le variazioni della luce. Questa tecnica di grattage, ben definita alla Biennale di Venezia del 1954 nell’opera intitolata Motivi sui Vuoti, caratterizza tutta la successiva produzione.

Ogni gesto tradotto in segno, trasmette un’idea, un’immagine con un preciso significato studiato in precedenza. Per scalfire la superficie della sua pittura e rivelare l’anima luminosa dei colori stesi in precedenza, Mario Deluigi utilizzava mezzi appuntiti come lamette, taglierini, bisturi e a volte anche il dorso del pennello o della spatola.

Trevigiano di nascita, ma trasferitosi a Venezia con la famiglia in tenera età, non si allontanò mai dalla città lagunare. Conseguita la maturità al liceo artistico – dove tra i compagni di classe incontrò la donna che avrebbe sposato e un amico per la vita, Carlo Scarpa – frequentò l’Accademia di Belle Arti, avendo come docenti Ettore Tito e Virgilio Guidi.

Espose per la prima volta le sue opere nel 1928, alla XIX Collettiva dell’Opera Bevilacqua La Masa e nel 1930, prese parte alla Biennale di Venezia.

Deluigi elaborò uno stile improntato sulla semplificazione plastica delle forme, che applicò anche al mosaico e alla scultura. Durante la guerra incontrò Arturo Martini che lo nominò suo successore alla cattedra dell’Accademia. Tuttavia l’attività non gli venne riconosciuta poiché non possedeva la tessera del partito fascista, indispensabile per poter acquisire il diritto alla pensione.

Nonostante l’esclusione dall’Accademia, praticò l’insegnamento all’istituto Artistico, alla Scuola libera di arte plastiche – fondata nel 1946 insieme a Carlo Scarpa e Antonio Giulio Ambrosini, all’Università di Architettura di Venezia (IUAV), all’Università Internazionale dell’Arte e alla Sommerakademie für Bildende Kunst di Salisburgo. All’attività pittorica affiancò la realizzazione di decorazioni musive, i lavori di arte applicata, le scenografie nonché la stesura di testi poetici.

Avvicinatosi all’arte astratta, nel 1951 fu uno dei firmatari del Manifesto dell’arte spaziale – fondato da Lucio Fontana – e nel 1952, del Manifesto del movimento spaziale per la televisione.

Dagli anni Trenta prese parte a diverse edizioni della Biennale di Venezia e tra gli anni Sessanta e Settanta espose le proprie opere in mostre nazionali e internazionali. Nel 1980 la Biennale di Venezia organizzò una mostra retrospettiva delle sue opere nella Chiesa di San Stae. Nel 1991, nella Galleria d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro a Venezia, è stata esposta un’importante collezione antologica, e di nuovo nel 1997 a Palazzo Ragazzoni – Flangini Biglia a Sacile.


L’artista si spense a Venezia, il 27 maggio 1978.

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Dipinti

Grattage Viola, anni '60
Grattage su tela cm. 81×81
Grattage Rosso Scuro, 1965-1970
Grattage su tela cm. 87×62
Grattage Ocra, 1956
Grattage su tela cm. 110×130
Grattage, 1954
Tecnica mista su legno 92×52 cm
Grattage Verde-Viola, 1958
Tecnica mista su tela 95×101 cm
Grattage rosso, anni '70
Tecnica mista su tela 33×33 cm
Grattage marron, anni '60
Tecnica mista su tela 41×70 cm
Grattage, 1971
Tecnica mista su tela 121×88 cm
Grattage viola, anni '60
Grattage 33×25 cm Catalogo Generale n° 0754
Grattage viola arancio
Tecnica mista 16×22 cm
Grattage rosa
Tecnica mista su tela 34×29 cm Catalogo Generale n° 0343
Grattage marrone, anni '70
Tecnica mista su tela 54×73 cm
Grattage grigio, anni '70
Tecnica mista su tela 33×33 cm
Grattage giallo 901, anni '70
tecnica mista su tavola 30×18 cm
Grattage giallo, anni '60
Tecnica mista su tela 75×95 cm
Donne sotto l'ombrello, 1939/40
Tempera su faesite 32,5×42 cm
Senza titolo, anni '70
Acquerello su carta 40×29 cm
Composizione, 1973
Grattage 135×45 cm
Bozzetto 2
Gessetti e carboncino su carta intelata 35×24,5 cm
Bozzetto 1
Gessetti e carboncino su carta intelata 35×24,5 cm
Amori in gondola, 1938
Tempera su faesite 32×37 cm
Amori diurni e notturni, anni '40
Olio su tavola 98×68 cm Catalogo Generale n° 0115

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Pubblicato in: In primo piano, Moderni, Rappresentati

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