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Home › Fotografia › Richard Tuschman

Richard Tuschman

Richard Tuschman inizia a sperimentare con l’immagine digitale già agli inizi degli anni Novanta, sviluppando uno stile personale che unisce fotografia, pittura e assemblage. Nella serie Still Life Montage del 2010, l’artista, da sempre appassionato di pitture morte, agisce con i quadri da lui realizzati, assemblandoli a immagini digitali, in opere oniriche e malinconiche. Di due anni dopo, la serie Young Adult, dove vengono ritratte delle donne sole in contesti bucolici. Inizialmente alcuni di questi quadri fotografici nascono come idee per copertine di romanzi. Nel 2012, decide di farne un progetto unitario. Foto finte vintage si ispirano ai maestri della pittura danese del 1600.

Con Once upon a time in Kazimierz, la poetica dell’artista si perfeziona fino a diventare il suo marchio riconoscibile. Dopo aver visitato Cracovia, la città natale di sua moglie, ha immaginato una famiglia ebrea nel quartiere di Kazimiers, negli anni Trenta. Le fotografie ritraggono la quotidianità della famiglia, con una tensione emotiva forte, perché – anche se non menzionato esplicitamente – l’ombra dell’Olocausto pervade l’occhio dello spettatore e l’intenzione dell’artista. Sono personaggi ritratti in situazioni ordinarie, ma conosciamo l’epilogo storico e i quadri sembrano attraversati da un senso tragico di attesa.

Con Once upon a time in Kazimierz, la poetica dell’artista si perfeziona fino a diventare il suo marchio riconoscibile. Dopo aver visitato Cracovia, la città natale di sua moglie, ha immaginato una famiglia ebrea nel quartiere di Kazimiers, negli anni Trenta. Le fotografie ritraggono la quotidianità della famiglia, con una tensione emotiva forte, perché – anche se non menzionato esplicitamente – l’ombra dell’Olocausto pervade l’occhio dello spettatore e l’intenzione dell’artista. Sono personaggi ritratti in situazioni ordinarie, ma conosciamo l’epilogo storico e i quadri sembrano attraversati da un senso tragico di attesa.

In questa serie, Tuschman perfeziona la sua particolare tecnica: crea collage digitali composti da fotografie di diorami per le scenografie (riproduzione in miniatura grandi come una casa delle bambole), li assembla e in postproduzione li unisce a scatti di modelli e modelle, fotografati prima su fondali neutri. In questo modo, l’artista dà il via al suo ultimo lavoro che ha avuto un impatto internazionale, Hopper medidations – quadri fotografici ispirati all’opera dell’artista Edward Hopper.

Ad attrare Tuschman, è la capacità di Hopper di raccontare le sfumature psicologiche della condizione umana, attraverso atmosfere rarefatte e malinconiche e la sua modalità di inquadratura, vicina al cinema e alla fotografia.


Le immagini sono costruite attraverso l’allestimento di scene i personaggi paiono immersi in situazioni indefinite, come dei fermo-immagine di possibili film, il tutto in atmosfere marcatamente ispirate a Hopper: eleganti, metafisiche, intime e surreali.


Il lavoro di Tuschman è simile alla gestazione di un film dove si assume il ruolo di regista, produttore, sceneggiatore e direttore della fotografia. Così ogni progetto richiede almeno due anni di lavoro per la costruzione dei set, la ricerca dei modelli, gli scatti, l’assemblage e un tempo lungo di post-produzione.


Nella sua carriera, Tuschman ha vinto, tra gli altri premi: Prix de la Photographie Paris,Critical Mass Top 50, International Kontinent Award. Ha esposto negli Stati Uniti e in tutto il mondo i suoi lavori.

Vive e lavora a New York.

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Fotografie

Pink bedroom (window seat), 2013
Pink bedroom (window seat), 2013
Green bedroom (4 AM), 2013
Green bedroom (4 AM), 2013
Pink bedroom (window seat), 2013
Pink bedroom (window seat), 2013
Woman in the sun, 2013
Woman in the sun, 2013
Morning sun, 2013
Morning sun, 2013
Woman at a window, 2013
Woman at a window, 2013
Pink Bedroom (Family), 2013
Pink Bedroom (Family), 2013

Pubblicato in: Esposti, Fotografia

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